Germania Est contro Germania Ovest è iniziata da oltre un’ora. Poi Jurgen Sparwasser, con la sua maglia numero 14, stoppa in piena faccia il lancio di un compagno dalla metà campo, spinge avanti la palla con l’addome facendo ruzzolare a terra Höttges e chiude, al limite dell’area piccola, segnando con un tocco di collo destro che anticipa gli interventi disperati dell’altro difensore Vogts e del portiere Maier. Sette secondi circa, 1-0 per la Germania Est, minuto ‘78.
Abbiamo iniziato a buttare giù queste righe, a fatica, proprio nei giorni del compleanno dell’eroe in divisa DDR; le abbiamo lasciate decantare, quasi ignorandole, attraversando anche il quarantanovesimo anniversario dell’iconica sfida di Amburgo e della mitologia che è stata capace di produrre. Come scrisse chi ha avuto il merito di far nascere questa realtà: «un calcio ad un pallone, se lo tira Sparwasser, significa che certe volte nella vita vince anche chi viaggia con la “Trabbi”, chi beve Club Cola, chi fuma Juwel e chi si lava con lo Spree».
Vittorie effimere, simboliche, e forse proprio per questo incancellabili. Anche quando tutto crolla. Perché succede, prima o poi.
Ogni cosa a suo tempo.
Vabbè, è inutile girarci troppo intorno. Siamo stanchi e non ci va più, quindi la finiamo qui. Circa un anno fa avevamo pensato che potesse essere sufficiente mollare la zavorra della pagina Facebook, la necessità della presenza assidua che alla fine diventava un po’ fine a sé stessa, per dedicarci a cose più meditate, più approfondite, di più ampio respiro. Non era così, il tempo ci ha dimostrato che in realtà si era esaurita la vena, la nostra “crisi” era più profonda di quanto credessimo allora.
Questi mesi passati ci hanno dimostrato che non c’erano più le energie e l’entusiasmo necessarie a continuare e che era arrivato il momento di rendere esplicito prima di tutto tra noi (pochi giorni fa, appena prima di queste righe con cui rendiamo la cosa pubblica) che la nostra esperienza è terminata.
Inutile stare a fare un bilancio consuntivo di questi anni: basti dire che è stata un’esperienza che ci ha formato, che ci ha arricchito moltissimo e che ci ha permesso di costruire dei legami molto importanti sia tra noi del collettivo dietro agli schermi che con chi ci leggeva dell’altra parte.
In questa fase ci preme soltanto dire che la narrazione intorno al mondo del calcio in chiave militante ha cambiato i propri connotati sotto i nostri occhi; abbiamo sentito il peso di dover essere in grado di prendere una posizione categorica e tranchant su qualsiasi evento di natura politica che accadesse intorno al mondo del calcio e di doverlo farlo immediatamente, senza il tempo di osservarne le complessità e di apprezzarne le sfumature.
In breve tempo ci siamo resi conto che questo tipo di comunicazione semplicemente non faceva per noi. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo o il modo di dircelo, semplicemente ci siamo ritrovati esausti e incapaci di reagire con la reattività e i modi richiesti da questo Internet 2.0.
Di colpo e, paradossalmente, dopo un’infinità di tempo ci siamo ritrovati spaesati in un mondo che pensavamo di conoscere. Naturalmente e per rispetto a quello che nel nostro piccolo abbiamo realizzato nel corso degli anni e delle stagioni, abbiamo pensato che fosse meglio prenderne atto e formalizzarlo.
Il collettivo di minuto settantotto si ferma definitivamente e saluta.
Ci si rivede dopo la rivoluzione, quando avremo la responsabilità delle pagine sportive del giornale del Partito.
Oltre che quella dei destini del Paese, ovviamente.
Giugno 28, 2023
Massimiliano Giugno 28, 2023
Ma no, cazzo!
Compagni: è ‘sto caldo balordo che acuisce il disastro a tutto tondo del sistema liberista.
Dove volete andare? Allargate il numero dei collaboratori, per scrivere e vagliare i temi di discussione.
Finalmente ero tornato ad avere un giornale che mi desse la Linea, almeno nel Calcio…
Non è che fate così perché pensate che il cambio della guardia al Manifesto risolva il vostro ruolo nella Classe e per la Classe? Guardate che è tutto da scoprire, il nuovo direttore!
Compagni, un favore: prendetevi due mesi di ferie, poi tornate alla Lotta.
Qui è già tutto così difficile.
Enrico Giugno 28, 2023
Grazie di tutto.
Sergio Giugno 28, 2023
Posso solo dire grazie. Ci vorrebbero più realtà come voi e non solo nel mondo dello sport: onesti, dalla parte di chi apparentemente non ha una parte che lo/la rappresenti, umani.
Manuel Giugno 28, 2023
È comunque una cosa molto brutta. Grazie, però, di cuore. Hasta la victoria!
Zibas Giugno 29, 2023
Grazie di tutto ragazzi, è stato un viaggio molto bello.
felix Giugno 30, 2023
huge respect …